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giovedì 31 ottobre 2013

Commedia dell'arte in salsa adriota

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Lo storico teatro adriese, gloria e vanto di ogni cittadino, sembra essersi  trasferito a Palazzo Tassoni. La notizia non è ancora ufficiale tanto che siamo i primi a darla,  in anticipo perfino rispetto alla stampa locale pur così attenta nel cogliere ogni sbadiglio della nostra sonnacchiosa città.  

La conferma l’abbiamo avuta martedì sera, durante quella che, all’apparenza, avrebbe dovuto essere una seduta di consiglio comunale, ma che in realtà era proprio la  “Prima” della stagione teatrale 2013/2014.

Come in tutte le opere teatrali degne di questo nome il regista, anzi in questo caso, i registi, non erano presenti sul palco ma vigilavano, direttamente o indirettamente, confusi tra la folla in platea o nascosti da strumenti informatici.

Gli attori e i figuranti si muovevano sulla scena come due squadre contrapposte, in mezzo alle quali spiccava l’effetto “suspense” dato dall’assenza strategica di alcuni protagonisti, che, per rendere la sorpresa più realistica, era rimasta ignota agli stessi interpreti  fino all’alzarsi del sipario.

Pur non mancando qualche momento di ilarità per stemperare gli animi, il risultato è stata una rappresentazione amara e fedele della politica italiana, lontana dai cittadini e dalla loro quotidianità, lontana dagli studenti senza scuola, dai lavoratori senza lavoro, dalle famiglie senza casa, dagli anziani senza pensione e dai giovani senza futuro.  

E sicuramente a questo volevano arrivare gli autori e i registi dello spettacolo messo in scena, portare alla luce ciò che viene gelosamente tenuto nascosto sotto le maschere cerimoniose di obbligati contegni.

E vai allora con il rinfacciarsi a vicenda le piccole e grandi meschinità, mettendo a nudo le mediocrità umane fatte di tradimenti e  voltafaccia, tra sgambetti e scivoloni. Un perfetto ritratto della farsa alla quale siamo costretti ad assistere ogni giorno con accuse al vetriolo da ambo le parti e difese d’ufficio per imputati indifendibili. E impotente il cittadino sta a guardare,  incerto tra il piangere e il ridere.


Michela Grotto

Movimento 5 Stelle Adria

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