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giovedì 30 aprile 2015

Rovigo, Liberi Cittadini e la seconda discarica di Villadose

Il rifiuto ovvero la spazzatura sono un problema generalizzato in tutto il mondo. Dalle isole di plastica naviganti negli oceani (contro le quali sbattono gli animali marini) alle discariche disseminate in tutto il globo, che a prima vista, possono sembrare verdi collinette di campagna, belle a vedersi ma di impatto ambientale assolutamente nefasto.
E parafrasando il molleggiato "dove prima c'era solo pianura, ora c'è una discarica".
Eppure riportato dai nostri quotidiani, si legge che una corretta, più lungimirante, efficace e sostenibile gestione, permette anche di creare posti di lavoro. Si stima che incrementando la raccolta differenziata complessiva al 70% (cosa che il Comune di Ponte delle Alpi ha già superato abbondantemente) si potrebbero creare 30.000 nuovi occupati.
Non solo, ma gestendo correttamente e recuperando il più possibile si potrebbe ridurre significativamente l'importazione di materie prime dall'estero. L'equazione è rifiuti = business, ovvero "circular economy", capace di favorire ambiente e portafoglio.
Nel nostro Veneto siamo ormai sulla media del 63% con costo di smaltimento attorno ai 15€ per Kg, contro i 38€ della Sicilia con solo il 15% di differenziata. Siamo sulla buona strada ma si può fare molto di più.
Tra le proposte riportate sui giornali si va da una rivisitazione della Tari (tassa sui rifiuti) basta sull'effettivo rifiuto prodotto, allo sviluppo del mercato delle "materie prime seconde", alla promozione del riuso e del riciclo. Pensiamo a quante "opere buone" si potrebbero fare utilizzando quei 20 milioni di euro paventati per la seconda discarica a Villadose, per realizzare ad esempio centri di recupero (stile Vedelago) portando il rifiuto realmente smaltito in discarica al minimo se non addirittura a zero.
Ma ci vogliono teste pensanti, teste diverse dalle attuali perché le idee ci sono e sono tutte molto buone e senza lambiccarsi il cervello basterebbe copiare le ottime idee messe a frutto da altri comuni, Paesi, comunità, a livello italiano, europeo e mondiale.
Diceva una pubblicità "basta poco che ce vo'?"
E quello che dovremo fare noi stessi per consentire un futuro più ecocompatibile e sostenibile per le generazioni future è partire da un nuovo modo di pensare il rifiuto.

Vittorio La Paglia
Liberi Cittadini per il Polesine

mercoledì 29 aprile 2015

Adria, Impegno per il Bene Comune: in Consiglio comunale comportamenti indifferenti ed irrispettosi delle istituzioni.

Chi ha avuto modo di essere presente tra il pubblico del Consiglio Comunale di Adria negli ultimi tempi ha potuto assistere personalmente ad uno spettacolo a dir poco indecoroso e imbarazzante a causa del comportamento non adeguato al ruolo di rappresentanza di alcuni consiglieri e, in primis, del Presidente del Consiglio comunale.
Mai  Adria aveva visto un tale scadimento di questa istituzione: un Presidente del Consiglio che "giocattola" in continuazione con il telefonino, commettendo errori clamorosi sull'ordine di intervento dei vari consiglieri,
consiglieri di maggioranza che vanno e vengono a loro piacimento dall'aula mentre quelli di minoranza non si accorgono di quando viene a mancare il numero legale in consiglio, come accaduto nell'ultima seduta convocata a Fasana, luogo, ci vien da pensare,  scelto appositamente perchè decentrato  per trattare un ordine del giorno delicato com'era quello del progetto "Borghi autentici d'Italia", che ha poco o nulla a che fare con i problemi locali della stessa frazione.
La fallimentare esperienza dei consigli comunali nelle frazioni dimostra, inoltre,  come con questa scelta si sia inteso deliberatamente allontanare dall'attenzione dei cittadini la trattazione di questioni scomode. A Fasana si è ripetuta la situazione di Bottrighe, dove si era scelto di discutere la rendicontazione di un quinquennio di amministrazione del CdA della Casa di Riposo e cosi ancor prima a Valliera e Baricetta. Risultato: aule inesorabilmente vuote, altro che partecipazione.
E' sotto gli occhi di tutti la inadeguatezza e l'alta frequenza con la quale queste cose si ripetono ormai ad ogni Consiglio: scelta di sedi, di ordini del giorno, comportamenti inadeguati in aula.
Visto il copione ripetitivo e l'intollerabile comportamento dei consiglieri,  irrispettoso delle istituzioni e dei cittadini, che con il loro voto hanno inteso dare fiducia a chi dovrebbe rappresentarci con dignità ed onore anche in questo difficile contesto sociale e politico, poiche ci lascia di stucco  la  presunzione  del capogruppo della Lista Bobo Sindaco Gennari che si è dichiarato convinto che i componenti del consiglio comunale attuali sono molto più preparati di quanto lo fossero stati i loro predecessori, siamo costretti a denunciare  un livello di "preparazione" dei politici attuali più adatta ad una rappresentazione teatrale che ad una rappresentanza civica.


Impegno per il Bene Comune

lunedì 27 aprile 2015

Comitato per l'Articolo 32: bisogna fare chiarezza sul futuro dei servizi sanitari ad Adria e in tutto il Polesine.

In campagna elettorale tutti pronti a ricordarsi della sanità, salvo adattarla di volta in volta alla residenza anagrafica dell'elettorato a cui ci si vuole rivolgere. 
Questo è il turno delle regionali ed occorre tirar su voti da tutto il Polesine, quindi la propaganda si
sposta sul numero di Usl a cui la nostra terra avrebbe diritto.
Salviamo le due Usl, la 18 e la 19, o le accorpiamo e ne facciamo una unica? 
Il Comitato per l'Articolo 32 crede seriamente che questa sia una questione ormai superata dai fatti e che l'ostinazione a riproporla non serva ad altro che a distrarre l'attenzione dal problema vero, ossia: che fine faranno l'ospedale di Adria e come si presenterà la sanità del futuro nel nostro comune? Negli ultimi anni abbiamo assistito, davanti all'inerzia della politica locale, al trasferimento a Rovigo dell'anatomia patologica, di cui oggi ad Adria rimane solo il laboratorio, allo spostamento della microbiologia che nel nostro nosocomio è rimasta solo per gli esami di routine; dipendono da Rovigo il centro trasfusionale e l'emodialisi, abbiamo un reparto cardiologia senza primariato, buchi organici cronici e, ciliegina sulla torta, perfino l'archivio sta per essere trasferito nell'ospedale del capoluogo. Per non parlare poi del problema dei medici di base già ampiamente sollevato dal nostro Comitato. Intanto la casa di cura privata di Porto Viro mantiene il Pronto Soccorso pur non essendo riconosciuta come presidio ospedaliero; un Pronto Soccorso non supportato dai reparti necessari ad affrontare tutte le situazioni di emergenza che si possono presentare. 
Il risultato è un pellegrinaggio di ambulanze che dal basso Polesine vanno a Porto Viro per poi ripartire con il loro carico alla volta di Adria e Rovigo, rischiando di perdere tempo prezioso. 
Nel raggio di 30 km abbiamo due Usl con tre ospedali pubblici che rischiano di essere tutti incompleti e incapaci quindi di intervenire nelle urgenze con la necessaria tempestività ed efficacia, a tutto vantaggio dei nuovi mostri che stanno sorgendo fuori provincia come l'ospedale di Schiavonia ad Este.
Dai nostri politici locali che si stanno preparando per la campagna elettorale vorremmo sapere, chiaramente e aldilà della propaganda, quale visione essi abbiano della sanità adriese, come intendano agire per tutelare i servizi alla popolazione e come immaginano il futuro del nostro ospedale.
Michela Grotto
Comitato per l'Articolo 32 - Sanità e Sociale

Adria, Impegno per il Bene Comune: la manutenzione e il decoro in una comunità che si rispetti deve essere di ordinaria amministrazione.

Impegno per il Bene Comune, dopo aver letto e valutato le condizioni di una città sempre più povera e con meno residenti, non può rimanere in silenzio e fa notare che ogni intervento di manutenzione è diventato straordinario.
Dal rifacimento di una strada, ad un rattoppo di una buca, dallo sfalcio dell'erba ad una conduttura rotta.
Ogni occasione è buona per avere notorietà sulla stampa o sui social da parte degli amministratori.
Lo stesso primo cittadino, lamenta il numero degli operatori addetti allo sfalcio, ma non fa nulla per incrementarne il numero e chiede a volontari di utilizzare macchinari comunali facendoseli dare dal magazzino, non sapendo il rischio che fa correre al Comune in caso di infortunio.
L'assessore Simoni vantava sulla stampa la spesa della considerevole somma di seimila euro per acquisto giochi e sistemazione parchi. 
I parchi sistemati sono due. In centro città, nella periferia e nelle frazioni, se non ci fossero i privati in qualche caso ad operare, i parchi sarebbero inutilizzabili e alcuni  tuttora lo sono.
Le strade sono un colabrodo, prive in alcuni casi di segnaletica secondaria, mettendo a rischio le vite dei cittadini e non solo.
Quali sono ci chiediamo allora le priorità e la progettualità di questa amministrazione a lungo termine?
Dov'è dopo 6 anni la città  misura di bambino?
E' più importante la  sicurezza dell'intera comunità o solo di alcuni?
Abbiamo speso un'ingente somma di denaro pubblico per diventare comunità ospitale, cosa penseranno della nostra città, i pochi turisti che ci visiteranno?
La manutenzione e il decoro in una comunità che si rispetti deve essere di ordinaria amministrazione.


Impegno per il Bene Comune

Rovigo, Liberi Cittadini: per la Forza Italia il cittadino che firma non sa nemmeno per chi.

Dopo le dichiarazioni del senatore nonché segretario provinciale di Forza Italia Bartolomeo Amidei relativamente alle procedure di presentazione della lista per le comunali, noi, Liberi Cittadini per il Polesine, abbiamo deciso di iniziare la raccolta firme per le amministrative adriesi del 2016.
Si possono raccogliere solo a partire da 180 giorni prima della data delle elezioni ed in presenza di candidati certi?
Beh, peccato veniale se un senatore della Repubblica che è stato pure sindaco di Loreo per un paio di mandati comunica tranquillamente in un’intervista a mezzo stampa che la lista dei candidati di Forza Italia non è pronta, ma la raccolta firme è già stata avviata.
Magari ha inteso male il giornalista, anche se dubito, ma la frase riportata col virgolettato e attribuita ad Amidei questo ci fa capire.
I firmatari sottoscrivono a prescindere a quanto pare.
E pure chi certifica tali firme deve essere fideisticamente schierato e disponibile.
Poi in lista trovano chissà chi, magari papà Romeo, ma va bene uguale, no?
Spocchia? Ignoranza delle norme? Sensazione di impunità?
Non è ben chiaro e aspettiamo lo diventi perché, comunque, la legge, per quanto vale in questo Paese, direbbe altro: prima lista coi nomi dei candidati, poi raccolta delle sottoscrizioni.
Siamo certi che pure il fresco alleato leghista voglia capirci qualcosa.
Il recente passato che ha visto ritrovare la Lega Nord invischiata con altri soggetti politici in brutte storie legate a firme non conformi avrà di certo insegnato qualcosa almeno a loro.
Poi magari i personaggi coinvolti li ripropone in liste per le regionali, ma di sicuro, ci si immagina, userà cautela.
Dai, su, una bella smentita e passa la paura, vero Amidei?
Di questi tempi nessuno firmerebbe mai una cambiale in bianco.
O no?

Vanni Destro
Liberi Cittadini per il Polesine

Il Comitato per l'art. 32, sanità e sociale: una politica adeguata renda giustizia all'eguaglianza sociale


I recenti fatti di Rovigo hanno scatenato anche sui social network aspre polemiche e come sempre ci resta nel cuore l'idea della ferita morale, oltre che fisica, di un ragazzo picchiato mentre mostra al

mondo la propria affettività.

Non succede questo di sicuro solo a Rovigo ma in modalità diverse succede in tutto il mondo con punte di ricorrenza abbastanza frequenti perché purtroppo individuare un “diverso”, un “nemico” rafforza il nostro senso si superiorità e di invincibilità.

Poter impedire che questo accada è difficile perché occorrerebbe una sinergia di forze e una volontà che spesso sono introvabili in questa palude di conoscenza che è l’Italia del 2015.

Vi sono varie forme di omofobia.

Principalmente occorrerebbe stroncare quella interiorizzata che è una delle situazioni psicologiche che rendono l’omofobia così fertile alla diffusione.

Alcune volte gli omofobi sono le stesse persone omosessuali che si sentono intrinsecamente sbagliati e non rispondenti ai canoni di una morale spesso becera e bacchettona.
Questo comporta una completa disistima che li fa vivere nascosti senza rivelarsi alla famiglia e nella società.
Allora non si denuncia per non peggiorare la cosa, per diventare sempre più invisibili leccandosi a casa le ferite e cercare di cancellare così quel contro natura che li perseguita come un incubo quotidiano.

Esiste poi l’omofobia esterna e il bullismo omofobico che bisognerebbe combattere con una corretta informazione, una più larga veduta dei rapporti con la cultura,la scuola, la famiglia, la politica e la
società, partendo dall’assunto che l’omosessualità come definita dall’OMS - Organizzazione Mondiale Della sanità: “non è una malattia da curare, né un orientamento sessuale da modificare, ma una normale variante della sessualità: affermare il contrario è una informazione priva di fondamento e scientificamente errata, foriera di un pericoloso sostegno al pregiudizio sociale.”

Premesso comunque che pregiudizi e stereotipi sono lunghi da estirpare ogni cittadino corretto e soprattutto una politica adeguata e degna di questo nome dovrebbe rendere giustizia a quella eguaglianza sociale che seppur nella diversità di ognuno di noi garantisca a ogni essere umano una vita dignitosa e felice, a Rovigo e in tutto il mondo.

Lucilla Palmisano
Comitato per l'art. 32, sanità e sociale

domenica 26 aprile 2015

Rovigo, Coscienza Comune presenta oggi ai giardini delle due torri il programma e la lista dei candidati.

Oggi, domenica 26 aprile alle ore 11 ai giardini delle due torri sarà presente il candidato sindaco Livio Ferrari per presentare, insieme alla Lista Civica ‘Coscienza Comune’, la lista dei candidati e il programma elettorale.
     

sabato 25 aprile 2015

25 Aprile 2015: una giornata per liberare la poesia con il Contest di Edicola5 - Ilblog

Per tutto il giorno 25 aprile 2015, in occasione del primo anno dell’istituzione della Scuola stessa e delle celebrazioni dell’anniversario della Liberazione, Edicola5 - Ilblog promuove il Contest di Poesia 
(gratuito e senza alcun tipo di competizione) 
dal titolo “25 Aprile – Liberiamo la Poesia”
patrocinato dalla Scuola di poesia - school of poetry"  - Unione Mondiale dei Poeti ("U.M.P."), presente su facebook come gruppo che raccoglie oltre 13mila iscritti.

Al Contest può partecipare chiunque, adulto, ragazzo, bambino, poeta dilettante o di professione, voglia pubblicare le proprie poesie sul tema e chiunque, anche se non autore, voglia godere della lettura di testi poetici che elevino lo spirito e la mente con leggerezza e riflessione.
Vi invitiamo perciò tutti, oggi 25 aprile a pubblicare una vostra poesia nei commenti al Contest!!!!!

venerdì 24 aprile 2015

L’Omofobia a Rovigo esiste, ma non si vuole vedere. Bruna Giovanna Pineda commenta il fatto di cronaca che ha coinvolto una coppia omosessuale.

Parlare di omofobia solo quando vi è un atto di violenza non basta.
Da quanto tempo non si sentiva parlare di omofobia a Rovigo? 
Due o tre anni forse, se non ricordo male. Ricordo invece molto bene le lotte e gli attacchi subiti alcuni anni fa in Consiglio Comunale per aver voluto a tutti costi introdurre nel regolamento per le pari opportunità del Comune di Rovigo due paroline, ora come allora assai scomode, come “orientamento sessuale ” per la rimozione degli ostacoli che di fatto costituiscono discriminazioni dirette e/o indirette nel regolamento della Commissione delle Pari Opportunità. 
Fui attaccata in tutti i modi e da tutte le parti politiche perché accusata di voler destabilizzare il concetto di “ famiglia naturale”: in Consiglio Comunale fu vera battaglia, tanto che dovetti portarla per ben due volte prima di farla approvare. 
Alla fine, nonostante la stessa mia maggioranza in parte mi remasse contro, vinse il buon senso civico e civile. 
Questo fu solo il primo passo verso un percorso per i diritti civili fatto d’incontri, manifestazioni, dibattiti su cosa sia dover vivere in una società dove ci si sente discriminate/i solo perché si è deciso di vivere con coraggio il proprio amore senza falsi condizionamenti bigotti e patriarcali, che costringono di vedere la propria identità sessuale come qualcosa di fisso e non mutevole, come invece effettivamente avviene in natura, se di natura vogliamo sul serio parlare. 
Dopo tre anni di silenzio quasi tombale, in questi giorni si è riaperto il dibattito per un triste fatto di cronaca, che indipendentemente da come si sia veramente svolto, viste le continue ritrattazioni, ci fa riflettere. Parlare di omofobia, lesbo fobia, o trans fobia solo quando si manifesta un’aggressione, anche se presunta, non basta. 
Sarebbe come dire che tali fenomeni non esistono in quanto non si vedono o perché non sono denunciati, senza pensare che spesso una denuncia significherebbe per la vittima un “pericolosa” esposizione, visto l’immaturità e l’ottusità della società in cui viviamo. 
Tempo fa si diceva la stessa cosa della violenza di genere e domestica: si diceva che non esisteva perché non si vedeva, o meglio non si voleva vedere. 
L’omofobia esiste, come esistono tutte le altre discriminazioni dovute al proprio orientamento sessuale o di genere, qui a Rovigo come nel resto d’Italia. 
Quante storie di ragazze o ragazzi vi sono che stanno vivendo malissimo la loro adolescenza perché si sentono discriminati, vittime continue di atti di bullismo, non accettati da una società che li rifiuta a priori perché non consoni allo stereotipo di uomo/donna tradizionale e consumistico? 
Quante persone adulte vivono situazioni di angoscia e sofferenza per il lavoro o per la loro famiglia solo perché non possono palesare il proprio vero essere, il proprio amore, la loro vera vita, per paura di perdere il lavoro o gli affetti più cari? 
Quante violenze ancora dovranno subire queste persone, lasciate a soffrire e a subire tutto ciò dimenticate nella loro solitudine? 
Reagire con sdegno, denunciando un’aggressione omofoba va bene, ma non basta se non vogliamo che sia banalizzato l’accaduto come atto sporadico, più unico che raro, rischiando poi di passare in sordina come un semplice incidente. 
Oltre alle leggi specifiche, se vogliamo davvero evitare che questi tristi episodi accadano dobbiamo lavorare molto sul cambiamento culturale della nostra società, parlandone in mezzo alla gente il più possibile, organizzando incontri nelle scuole e parlando con le famiglie e i ragazzi, le associazioni tutte, avendo il coraggio di denunciarlo ogni giorno, mettendoci la faccia, il cervello e il proprio cuore, per una società e una città migliore.

Bruna Giovanna Pineda
Ex assessora per le Pari Opportunità del Comune di Rovigo
La Sinistra per un’Altra Rovigo, Livio Ferrari Sindaco

Rovigo, Cristiano Pavarin fa chiarezza sulla differenza tra strutture ambulatoriali integrate ed ospedali di comunità. Comprendere la Sanità come cambierà la Sanità per comprendere i nostri diritti.

"Le nuove strutture di medicina di gruppo integrate rappresentano indubbiamente una buona soluzione allo scopo di trasferire i servizi sanitari direttamente nel territorio, attraverso prestazioni eseguite in regime di ambulatorio che saranno molto utili per i cittadini.
Ma non’è corretto definirli come 'ospedali di comunità'" spiega Cristiano Pavarin di Coscienza Comune, a proposito di uno scorretto indistinto uso delle denominazioni ad uso dei media.
"Purtroppo gli ospedali di comunità sono strutture volute dalla regione attraverso l’istituzione del nuovo piano socio-sanitario, che prevede il parziale trasferimento dei posti letto per acuti tagliati dai reparti." continua, riferendosi ai posti letto ospedalieri che noi tutti abbiamo imparato a conoscere come quei posti per coloro che subiscono un ricovero per un breve periodo e vengono poi dimessi per guarigione o essere poi curati adeguatamente a casa propria.
"È bene ricordare che tra non molto nel Polesine saranno in funzione circa 112 posti letto presso le stesse strutture intermedie  e che ogni giornata di ricovero oltre il trentesimo giorno sarà garantita attraverso il pagamento di un ticket giornaliero che può arrivare fino a 55 euro giornalieri. Saranno a carico dei cittadini anche le spese (ticket) per prestazioni ambulatoriali e di diagnosi che risulteranno necessarie" precisa Pavarin, dando contezza di una realtà che vede i posti letto degli ospedali ridursi e trasformarsi in posti a pagamento.
"Il nuovo piano socio sanitario del Veneto, che avrà durata fino al 2015, prevede un taglio di posti letto per la nostra Provincia di 211 unità e successivamente verranno individuati 107 posti letto di struttura intermedie, denominati ospedali di comunità. Nel territorio di competenza dell’Ulss 18 ,a fronte di un taglio lineare pari a 168 posti letto per acuti ,in regime di ricovero ospedaliero, verranno creati 69 posti letto in ospedali di comunità, suddivisi tra il San Luca di Trecenta e il nuovo Policlinico, mentre all’Ulss 19 i tagli ai posti letto ospedalieri saranno 43 con conseguente ripristino di 38 nelle strutturi ospedale comunità,suddivisi tra l’ospedale cittadino di  Adria  e la struttura di Porto Viro".

mercoledì 22 aprile 2015

Rovigo, Liberi Cittadini chiede: illuminarsi di meno o con intelligenza?

Siamo in campagna elettorale e lo si vede dai proclami avveniristici di città più illuminate, più smart, più elettriche, più green. 
Anche se prima di tutto bisognerebbe illuminare le menti di chi amministra per risolvere le quotidianità e poi passare ad una progettazione reale, concreta, fattibile e concretizzabile, e non spot pubblicitari fine a se stessi. 
E se vogliamo realmente parlare di illuminazione la prima cosa da chiedersi è se per "la riqualificazione" di Via Fuà Fusinato siano stati utilizzati lampioni con tecnologia a led o le solite lampade energivore e se la prossima Giunta rivedrà gli attuali assetti illuminanti, dal monitoraggio dello stato dell'arte della nostra ormai obsoleta illuminazione pubblica, sia stradale che di tutti gli uffici pubblici, ai contratti in essere di gestione utenze elettriche, per verificare gli spazi di risparmio ed efficientamento. 
Chieti investirà 3 milioni di € per la riqualificazione energetica dei sistemi di pubblica illuminazione dei comuni del proprio territorio, Torino ne investirà 2,2 (tramite servizi di una E.S.Co). 
Rovigo? Al massimo spegnerà lampioni qua e là o finalmente metterà in atto azioni vere e concrete di riqualificazione?
Ricordo che le lampade a led oltre ad abbattere il consumo elettrico del 50% (almeno), abbattono l'inquinamento luminoso verso il cielo e i costi di manutenzione e sostituzione delle stesse, le quali (a meno di atti di vandalismo) sono praticamente eterne. 
E' vero mancano i soldi, ma in Europa ci sono (nel 2012 ben 45 miliardi di € non utilizzati dall'Italia), e bisogna essere pronti ad andarli a prendere con progetti veri, concreti, realizzabili e con dovizia di domande fatte "a regola d'arte". 
Quindi il Comune di Rovigo dovrà prima di tutto "accendersi" per avere le corrette competenze per richiedere in modo preciso e puntuale i fondi e poi "accendere" tutta la macchina burocratica-amministrativa per poterli utilizzare in modo corretto senza sprechi né giochi di "apparizione e sparizione" dei fondi, perché non è vero che "i i bandi si vincono e si perdono" (come disse un assessore della giunta Piva), ma è vero che con menti illuminate la macchina pubblica funziona meglio e invece "llluminarmi di meno", preferisco illuminarmi con intelligenza.

Vittorio La Paglia
Liberi Cittadini per il Polesine

lunedì 20 aprile 2015

Liberi Cittadini: il personale della Provincia in disarmo usato come bacino elettorale. A farne le spese saranno i non allineati o gli allineati avversari.

È oramai da gennaio che la Provincia rinnova le Posizioni organizzativa prima di mese in mese ed ora di 15 giorni in 15 giorni. 
Con l'ennesimo decreto del Presidente il 14 aprile, sono state rinnovate tutte le PO sino al 30 del mese in corso. Con un altro decreto, sempre datato 14 aprile, sono stati prorogati anche gli incarichi al Segretario Generale e ai Dirigenti della Provincia, anch'essi per 15 giorni ( atti pubblicati all'Albo Pretorio dell'Ente Provincia di Rovigo)
Rimangono pertanto, sempre al top le maggiori voci di spesa del personale provinciale. 
Le Province per la gente comune sono già chiuse da tempo, infatti, sono circa 4 anni che i più influenti politici nazionali predicano in tal senso utilizzando tutti i mezzi di comunicazione esistenti. 
La realtà non è questa però, domenica 19 un servizio di Report su Rai Tre lo ha spiegato ampiamente, poiché l'Ente è ancora aperto anche se agonizzante, senza liquidità causa i tagli statali e il silenzio delle Regioni. 
I lavoratori sono stati divisi in due gruppi: dipendenti appartenenti alle funzioni fondamentali e non fondamentali.
Quelli conteggiati nella seconda categoria sono di fatto considerati in soprannumero e, pertanto, da ricollocare presso Enti Locali, Regioni e Ministeri ( L. 56/2014, L. 190/2014)
Qui i giochi si complicano, qui si prefigura il solito teatrino tutto italiano.
L'aria che tira per i corridoi di questi Enti in liquidazione, a detta di molti, sa da inciucio. Siamo o no in campagna elettorale? Vi è o no crisi del mondo del lavoro? Vi è o no gente che rischia il posto? Allora perché non gestire le disponibilità presso gli Enti Locali in particolare? Tra i lavoratori, in particolare quelli più soli, quelli meno conosciuti, quelli meno supplicanti c'è nervosismo, paura. Vedono spostamenti di personale poco chiari, vedono i soliti noti trasferiti dalle funzioni non fondamentali alle fondamentali, non vedono "bandi di mobilità esterna" ma sanno che vi sono posti disponibili e che, proprio i vertici ne parlano. Tutto trasparente certamente, tutto regolare non c'è dubbio ma la paura, forse è solo lei la responsabile, fa sentire odore di bruciato.

Vanni Destro
Liberi Cittadini per il Polesine

Rovigo, Liberi Cittadini: Bergamin uomo di Salvini in un Polesine senza gli argomenti di Salvini.

Lega, Lega Nord con contatti al sud, contatti al Sud che lavorano nella Regione governata dalla Lega Nord. 
"Roma ladrona", "noi ce lo abbiamo duro", "Padania libera e indipendente", "secessione", urlavano ed ancora credo urlino, meno convinti, ai quattro venti. 
Era un partito che illudeva qualche povero cristo di avere un futuro, era un partito che illudeva qualche estremista da bar di sbaragliare tutta la concorrenza ma non è stato così, i vizi romani se lo sono ingoiato, e mai più lo sarà. 
Roberto Saviano ci fece notare che la Criminalità organizzata operava, ed opera tuttora, sul filo dell'accordo con la politica,  in Lombardia e in Veneto, come si concilia questo con la Lega?
 L'art. 1 dello Statuto della Lega Nord, dice: " il Movimento politico confederale ..... ha per finalità il conseguimento dell'indipendenza della Padania ...." (Approvato il 20 luglio 2014) e noi ci chiediamo: in cosa consiste l'indipendenza della Padania? 
Come si possono definire indipendenti quando i loro rappresentanti sono stipendiati da Roma, quando i loro giornali ricevono finanziamenti pubblici, quando instaurano rapporti più o meno trasparenti con il resto d'Italia e anche con l'Albania (per tacer della Tanzania)?
Veniamo a Rovigo. 
La lega circa cinque anni fa ha candidato alla Provincia la persona sbagliata, non ci voleva un Nobel per capirlo, regalando di fatto l'Ente al centro sinistra. 
Contiero vs Virgili, l'autista contro il medico ha dato ragione al medico. 
La partita probabilmente sarebbe stata vinta nel primo tempo se si fosse scelto un altro nome. 
Si quel nome, che ora è ai vertici all'Interporto, è stato la guida, il "conducator" della Lega rodigina. 
Nell'era Salvini la Lega rodigina ci prova con Bergamin, alter ego di Contiero.
Salvini, l'uomo immagine, l'uomo televisivo, l'uomo dalle felpe che parlano simultaneamente alla sua bocca, l'uomo dei selfie, quanto spazio lascerà al nuovo che avanza?
Anche Bergamin vuol radere al suolo i campi Rom che non abbiamo?
Anche Bergamin vuole finire per generalizzare e considerare tutti uguali gli  extracomunitari considerando sulla stessa barca gli onesti, stragrande maggioranza, e i disonesti, errore purtroppo comune, e scinderli solo per nazionalità o colore della pelle? 
Come vuole affrontare questo tema? 
Forse a slogan e spot alla Salvini o, peggio ancora, alla Gentilini/Borghezio o, mi auguro, in maniera più civile e razionale?
Una volta ce l'avevano con il Sud d'Italia, i terroni, ora non più? E come mai? 
Voi rodigini, voi dei selfie con Salvini, siete veramente sicuri che la Lega con i suoi uomini, sia il vero cambiamento per La città, la vera rivoluzione? 
Perché, invece, per una volta non fate i veri rivoluzionari votando chi non vi promette niente di impossibile e umanamente repellente, ma sta coi piedi per terra senza illudervi?

Liberi Cittadini per il Polesine
Eugenio Malaspina 

foto tratta da Almanacco di Satira Polesana

venerdì 17 aprile 2015

Rovigo, La Sinistra per l'Altra Rovigo nuovo progetto politico per recuperare vecchi sprechi delle passate amministrazioni.




Bruna Giovanna Pineda, della Lista Civica 'La Sinistra per l'Altra Rovigo’, che sabato 18 aprile alle ore 17.30 a Rovigo, presso la Piazzetta Annonaria sarà presente per presentare i candidati ed il programma, ha voluto rispondere alle domande che abbiamo rivolto quale lista sostenitrice del candidato sindaco Livio Ferrari.



D: - Quali sono le forze civili ed economiche che sostengono le tre liste civiche per Livio Ferrari?


R: - Tutte e tre le Liste non godono di sponsor e quindi sono libere da ogni possibile inciucio con il vecchio modo di far politica. 


D: - Perché una coalizione di tre differenti liste civiche per sostenere un unico candidato sindaco?


R: - Le tre liste oltre ad avere in comune il candidato Sindaco hanno in primis la caratteristica di mettere al centro le persone e l’ambiente, senza false promesse di grandi opere o sconvolgimenti mediatici.
Per quanto riguarda La Sinistra per L’Altra Rovigo è un progetto nuovo, un vero laboratorio politico, nato dall’attività di alcuni attivisti nel sociale e nell’ambiente, che si sono incontrati e hanno deciso per la prima volta di metterci la faccia. 
A parte tre o quattro persone, tutta la lista, in maggioranza femminile (13 donne e 12 uomini) è costituita da persone che per la prima volta si affacciano al mondo della politica rodigina. Chi ha più esperienza si mette al servizio per dare consigli o spiegare quali sono i mezzi amministrativi per poter cambiare al meglio la nostra città, e magari spiegare cosa è stato fatto fino ad ora nel bene o nel male. 
Proprio perché riteniamo che la partecipazione sia fondamentale e non crediamo ai personalismi che da tempo hanno rovinato il modo di far politica: noi non abbiamo ne capi né capetti, ma siamo per promuovere tutta la lista che ci rappresenta. Anche il programma è stato un lavoro di gruppo e di condivisione, dove ciascuno nel suo piccolo ha contribuito a portare il suo contributo secondo le proprie esperienze e le proprie specificità e attitudini. Vogliamo che questo laboratorio vada oltre le amministrative comunali, perché crediamo che questo modo di far polita sia ora più che mai necessario, per un’altra Rovigo, un altro Veneto e un’altra Italia. 
La lista si chiama “La Sinistra” perché pur essendo una civica non vuole rinunciare alla propria identità politica: è una lista partigiana! 

D: - Quali invece rimangono caratteristiche specifiche della Vostra Lista?



R: - Nello specifico la nostra lista La Sinistra per l’Altra Rovigo si caratterizza per un programma semplice ma immediato e realizzabile: la prima questione da affrontare è quello delle risorse e noi non a caso lo abbiamo messo come primo punto: in questo momento di tagli dovuto all’austerity e ai diktat del governo Renzi bisogna saper individuare dove trovare, senza pesare sulle tasche già penalizzate dalla crisi dei cittadini. 
Ecco perché noi crediamo in una vera politica contro gli sprechi da tempo perpetuati da chi ci ha preceduto, che spesso ha sperperato i soldi che c’erano e tanti. 
Basti pensare ai soldi buttati per il progetto “voliera” la struttura che doveva ospitare 24 alloggi popolare in Commenda che ci è costata fino ad ora più di un milione e trecentomila euro di soldi pubblici: ma quante case popolari si potevano ristrutturare e rendere agibili con tale somma? 
Senza poi contare i soldi persi per progetti già finanziati come quello del San Michele che ora il Comune dovrà restituire con gli interessi (quasi trecentomila euro), progetto non portato a termine solo per una demagogica campagna propagandistica di bassa lega. Vorremo ricordare che il progetto avrebbe incluso oltre alla Casa per le Associazioni, una struttura finalmente degna per il Centro Antiviolenza, oggi fortemente penalizzato dai tagli, e il primo appartamento per donne indigenti in città, senza contare tutto il resto (alloggi per uomini e donne in difficoltà). 

D: - Nell'eventualità in cui Livio Ferrari si dovesse misurare al ballottaggio quali potrebbero essere le eventuali future alleanze?


R: - In caso di ballottaggio proprio per dare un segnale di discontinuità con il vecchio modo di far politica noi non faremo nessun apparentamento. Non crediamo nell’opportunismo politico che per anni ha rovinato la nostra città e ha allontanato la gente dalla buona politica. 

Giovanna Pineda per La Sinistra per L’Altra Rovigo

giovedì 16 aprile 2015

Cristiano Pavarin di Coscienza Comune: per i ricoveri oltre i trenta giorni la Regione chiederà ai pazienti il pagamento di una somma giornaliera.

Una delle caratteristiche della nuova programmazione regionale in ambito sanitario, deliberata attraverso il piano sanitario regionale è lo spostamento dei posti letto dall’ospedale al territorio. In questo contesto nascono gli ospedali di comunità.
Abbiamo voluto approfondire questo argomento che, a differenza dell’astrattezza dei termini normativi, inciderà moltissimo sulle nostre aspettative di cura e per questo abbiamo rivolto a Cristiano Pavarin di Coscienza Comune alcune domande specifiche.


D: - Cosa sono gli ospedali di comunità?


R: - Gli ospedali di comunità sono strutture o reparti all’interno di strutture ospedaliere esistenti che serviranno a garantire le cosiddette “cure intermedie” ovvero le cure necessarie per quei pazienti che sono stabilizzati dal punto di vista medico ma che non richiedono assistenza prettamente ospedaliera, ma sono ancora instabili per poter essere seguiti in regime ambulatoriale, a domicilio o in una struttura residenziale e che hanno problemi che si risolvono in un certo periodo di tempo, quindi una sorta di via di mezzo tra l'ospedale e la casa di riposo. 

D: - Sono previsti ospedali di comunità nel Polesine?


R: - Nel territorio di competenza dell’Ulss 18 ,a fronte di un taglio di 168 posti letto in regime di ricovero ospedaliero, verranno creati 69 posti letto in ospedali di comunità. Mentre all’Ulss 19 i tagli ai posti letto ospedalieri saranno 43 e creazione di 38 nelle strutture ospedaliere comunità. Per l’ULSS 18 già entro il 2015 ci saranno 30 posti presso l’Ospedale San Luca e 25 posti presso la Casa di Cura Città di Rovigo. Per l’Ulss 19 i posti creati saranno suddivisi tra ospedale di Adria e struttura privata di Porto Viro. Nel frattempo, ci saranno i tagli di quelli ospedalieri.

D: - Quindi questi posti, che erano posti ospedalieri prima del nuovo Piano Sanitario veneto, non copriranno tutti quelli tagliati. Quanti saranno in totale?
R: - Il nuovo piano socio sanitario del Veneto, che ha durata fino al 2015, prevede un taglio di posti letto per la nostra Provincia di 211 unità. In seguito a questi tagli verranno individuati 107 posti letto di struttura intermedie, i cosiddetti ospedali di comunità.

D: - Cosa significherà, in 5 punti, per i pazienti essere ricoverati in un ospedale di comunità anziché in un ospedale?

R: - 1) Si parla di  pazienti stabilizzati da un punto di vista medico, che non richiedono assistenza ospedaliera ma che risultano troppo instabili per poter essere curati solo in regime ambulatoriale o residenziale con problemi che si risolvono in un periodo limitato ma non brevissimo di tempo e che abbisognano di una soluzione temporanea qualora lo stato di salute ed il contesto familiare non consentano il mantenimento del paziente al proprio domicilio. Si tratta di situazioni di salute molto comuni e che tutti noi abbiamo vissuto accanto a qualche familiare: patologie geriatriche, lungodegenze per riabilitazioni in seguito ad infortuni incidenti o ictus, patologie croniche ed altre.
2) Chiarezza sulle strutture intermedie che dovrebbero sopperire al taglio dei posti letto previsto nelle schede ospedaliere non ne è mai stata fatta pubblicamente. Ma ad una attenta lettura della DGRV 2718 del 24/12/2012 risulta chiaro quali possono essere le tipologie di strutture intermedie: ospedali di comunità, hospice e unità riabilitativa territoriale, per le quali è prevista la compartecipazione alla spesa da parte del cittadino per la quota alberghiera (la parte di spesa cosiddetta sanitaria è a carico della Regione).
3) La programmazione regionale non si limita alla riduzione dei posti letto negli ospedali (si parla di circa 1700 posti letto per tutta la Regione) ma chiede anche alle azienda sanitarie che le schede territoriale vengano programmate a parità di risorse. Si potrebbe quindi ipotizzare sempre più chiaramente che una parte del costo dell’assistenza socio sanitaria ricadrà sui cittadini mediante forme di compartecipazione, attraverso il pagamento di una quota alberghiera. Dal trentesimo giorno i costi saranno di 25 euro più 10 nel caso sia garantito presidio medico 24 ore su 24 e di 45 euro più 10 euro dal sessantesimo giorno. Trattandosi di pazienti lungodegenti i trenta giorni di ricovero verranno spesso superati.
4) Sottolineiamo inoltre che non trattandosi di degenti in regime di ricovero ospedaliero, saranno a carico dei cittadini anche le spese (ticket) per prestazioni ambulatoriali e di diagnosi che risulteranno necessarie.
5) Viene, quindi, di fatto introdotto il ticket sul ricovero, semplicemente non facendo più risultare l’assegnazione di un posto letto come ricovero ospedaliero ma come ospitalità al di fuori dell’ospedale. E una tra le preoccupazioni è che nel futuro il sistema del libero mercato (con posti letto autorizzati ma con rette intere, comprensive della quota alberghiera ed anche di quella sanitaria) venga attuato anche per gli ospedali di comunità costringendo le famiglie al pagamento di rette insostenibili, per cui molti rinuncerebbero alle cure.

D: - Qual è il potere di decisione e intervento dell’Amministrazione Comunale per difendere i diritti dei propri cittadini da diminuzione e soppressione di servizi socio-sanitari sul proprio territorio?

R: - Le Amministrazioni Comunali all'interno della Conferenza dei Sindaci approvano e redigono il Piano di Zona determinando nei fatti le linee di indirizzo e di intervento rispetto alle politiche socio-sanitarie nel territorio.

D: - Quali sarebbero le azioni attuate in tal senso in caso di elezione a Sindaco del candidato Livio Ferrari e di governo cittadino della vostra coalizione?

R: - Il Comune di Rovigo, in qualità di Comune capoluogo, essendo anche il Comune più popolato del territorio Ulss 18, deve ritrovare un ruolo guida nella Conferenza dei Sindaci. L'obiettivo primario sarà quello di stimolare la condivisione progettuale, anche attraverso un confronto serrato con la Regione, che non può ignorare che trasferire questo tipo di spesa a carico dei Comuni e anche dei pazienti ha delle conseguenze molto gravi. Non bisogna scordare che mentre la popolazione giovane, nelle giuste aspettative, dovrebbe fruire poco degli ospedali di comunità, gli stessi posti letto che prima erano posti ospedalieri saranno per lo più usufruiti dalla popolazione anziana che, quindi, dal punto di vista economico sarà la più colpita. Sarà nostra cura verificare inoltre se la norma sugli ospedali di comunità sia esista profilo di anticostituzionale l'articolo 32 della Costituzione Italiana sancisce che la salute è diritto universale e deve essere garantita a tutti i cittadini.


martedì 14 aprile 2015

Adria, domenica 19 aprile ore 9.30 il via alla 6^ 10 km RUN FOR PARKINSON'S


Adria, Impegno per il Bene Comune: sui Borghi Autentici dall'Assessore Osti risposte non trasparenti e non convincenti.

Il Consiglio Comunale di giovedì 9 aprile scorso svoltosi a Fasana conteneva all’ordine del giorno anche la quaestio sul Progetto Adria Borgo Autentico, terminato a Febbraio 2015.

Le risposte dell’Assessore Patrizia Osti, intervenute dopo molti mesi dalla interpellanza consigliare presentata da Impegno Comune insieme a Liberi cittadini e dai dubbi espressi da cittadini ed associazioni (e per questo denigrati pubblicamente più volte come detrattori che cercavano popolarità), hanno lasciato più dubbi che certezze, come confermato anche dallo stesso Sindaco che ha ammesso che "non tutto è andato bene", anche se non è chiaro cosa intendesse con questa frase, il che dovrebbe essere chiarito alla cittadinanza.

A far credere che l’intento fosse proprio quello di scoraggiare ogni tipo di intervento e controllo dei cittadini sull'operato della Giunta Comunale sono state le parole del consigliere Gennari che, in una perfetta dimostrazione di cinismo più che di civismo, ha criticato ogni tentativo di partecipazione democratica che potesse disturbare l'attività dell'amministrazione.

L'assessore Osti ha dichiarato di aver realizzato il Piano di attività informative, promozionali e pubblicitarie allegato alla domanda di finanziamento ad AVEPA per il Progetto Adria Borgo Autentico insieme ad “amici”.

A tal proposito Impegno per il Bene Comune vorrebbe conoscere chi siano questi “amici” per valutare quali  competenze possano documentare poiché nelle loro mani un Assessore ha posto la predisposizione di un progetto finanziato con soldi pubblici al quale l'Assessore stessa era stata incaricata di operare insieme ai dirigenti interessati e gli uffici competenti (e non con “amici”) con delibera di giunta n.177 del 3.7.2013  e successivamente con decreto sindacale n.31 del 16.7.2013, ma che, forse, non trova nell’Assessorato nemmeno le risorse per proseguire, rilevato che anche la gestione (semplice e a costo zero) dell'app “Adria Turismo” è abbandonata e l’applicazione contiene ancora la descrizione degli eventi di Dicembre e senza essere stata aggiornata con le iniziative di questi mesi e, quindi di nessuna utilità per chi potrebbe essere interessato a venire a visitare Adria.

Impegno per il Bene Comune

Adria, Michela Grotto: in Comune trasferimenti di personale con parere negativo del Segretario e quesito all'Anticorruzione.

Una nebbia fitta e ostinata sembra insidiare senza tregua la casa di vetro dell'amministrazione adriese.

L'ultimo banco di nebbia ha oscurato la visibilità in occasione di una mobilità interna che ha riportato all'urbanistica un dipendente trasferito ad altro settore non più tardi di un anno fa.

Fortunatamente ci viene in soccorso qualche articolo di giornale ed è così che veniamo a conoscenza di scelte dirigenziali che, a cercare nell'albo pretorio del comune, non sembrano essere supportate dalle opportune determinazioni.

Infatti, ad oggi, le determine del settore Lavori Pubblici, a cui fa riferimento l'urbanistica, si fermano stranamente al numero 153 per riprendere poi dal 166 e nessuno dei documenti accessibili ha per oggetto il trasferimento in questione, che potrebbe quindi essere argomento di una delle determine non pubblicate.

Nel frattempo apprendiamo, sempre dai giornali, che il trasferimento di questo dipendente è frutto di un accordo fra dirigenti a cui ha fatto seguito il parere negativo del segretario comunale rivoltosi addirittura all'ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) per un verdetto finale.

In tutto questo salta agli occhi che, nell'aggiornamento al Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione, pubblicato nel sito del comune e adottato con delibera di Giunta n°12 del 30 Gennaio 2015 alla presenza di tutti gli assessori e dello stesso segretario, l'incarico ricoperto dal dipendente in oggetto risulta essere compreso tra le aree ritenute a più elevato rischio di corruzione con l'indicazione di criteri di rotazione del personale con cadenza biennale, criterio evidentemente non rispettato.

Adesso si vorrebbe capire se dobbiamo rivolgerci a" Chi l'ha visto" per conoscere il contenuto delle determinazioni non pubblicate e  se le indicazioni del Piano Anticorruzione debbano valere per tutti o, come spesso accade nel nostro sfortunato Paese, siano valide per qualcuno e per qualcun altro no.

Michela Grotto
Liberi Cittadini per il Polesine