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martedì 27 ottobre 2015

Nuovo record del mondo di volo in parapendio: 514 chilometri!

Tre piloti brasiliani, Frank Thoma Brown (foto), Marcelo Prieto e Donizete Baldessar Lemos hanno stabilito il nuovo record mondiale di distanza di volo in parapendio, ben 514 chilometri.
Il precedente, 503 chilometri toccati in Sud Africa da Nevil Hulett, resisteva dal 2008.
Teatro dell'impresa il nord est del Brasile, esattamente dove si trova la punta più orientale delle Americhe, con le città di Natal e Fortaleza affacciate sull'Atlantico.
Parapendio e deltaplani per reggersi in aria sfruttano le masse d'aria ascensionali scaturite dall'irraggiamento solare del territorio e le correnti dinamiche provocate dall'azione del vento sui rilievi montani.
Seguendo queste leggi inviolabili del volo libero, cioè senza motore, i tre piloti sono decollati uno dopo l'altro alle 7 e 45 da Tacima, un paesino nell'entroterra dello stato di Paraìba, circa 100 km da Natal, per dirigersi verso nord ovest. Hanno toccato terra nei pressi di Lagoa do Mato nello
stato del Cearà dopo undici ore di volo.
Il terzetto era equipaggiato con ali perforanti che sfiorano i 70 km/h di velocità massima, sellette integrali, GPS ed altra strumentazione. 
Due auto li seguivano da terra ed un elicottero era in allerta nel caso di atterraggi in zone non raggiunte da strade. Infatti, nel volo libero può accadere che il pilota non trovi condizioni favorevoli per guadagnare quota e, con essa, proseguire il volo. In tal caso sarà obbligato ad atterrare dove si trova, suo malgrado.
Se il record mondiale maschile di distanza in parapendio passa ai piloti verde-oro, resiste in azzurro quello femminile, 377 chilometri, stabilito dalla friulana Nicole Fedele nel 2013, ancora una volta in Brasile, salvo che riesca a migliorarlo in questi giorni, visto che è tornata con questo intento nel paese sud americano, a Quixadà.
Nel frattempo, anche loro con il proposito di battere il nuovo record, il 30 ottobre altri sette italiani attraverseranno l'oceano. 
L'avventura passa sotto il nome di Project +500 ed è nata dalla mente di Moreno Palmesan, pilota trentino che ha coinvolto i compagni Luigi Grandi, Giulio Michelin, Paolo Grigoletto di Vicenza, Lorenzo Zamprogno e Claudio Mancino di Treviso e Eric Galas anch'egli di Trento. Anche loro hanno scelto Tacima come base di partenza per poi seguire i rilievi verso nord ovest. 
Oltre ad attrezzatura adeguata, per il successo sono fondamentali preparazione fisica e mentale, alimentazione appropriata, i liquidi in particolare, ampiamente consumati durante le lunghe permanenze in volo, ed infine il favore della meteo.

Gustavo Vitali - Ufficio Stampa FIVL
Associazione Nazionale Italiana Volo Libero (registro CONI n. 238227)
il volo in deltaplano e parapendio
http://www.fivl.it 

giovedì 22 ottobre 2015

Delta libero dalla minaccia delle trivelle, Azzalin: il sì unanime del Consiglio regionale passo di grande responsabilità che non trova riscontro su quanto accade sull'altra sponda del Po

“Il Delta del Po è stato messo definitivamente al sicuro da ogni rischio di trivellazioni grazie al voto unanime del consiglio regionale che, per chiarire definitivamente ogni dubbio al riguardo, ha approvato all'unanimità la modifica della legge istitutiva del Parco nella quale si specifica che non solo non possono essere rilasciate autorizzazioni per l’estrazione di idrocarburi, ma nemmeno permessi di ricerca di alcun tipo. Anche i vibroseis, i mezzi di ricerca a vibrazione sismica, dunque, nel Delta non potranno entrare in funzione”. A sottolineare l'importante risultato è il consigliere regionale Graziano Azzalin, all'indomani della seduta dell'assemblea di Palazzo Ferro Fini dove sono arrivati 41 sì su 41 presenti alla proposta di legge che lo vedeva come primo firmatario.

“Già in commissione si era registrata l'unanimità e lo stesso capogruppo della Lega Nicola Finco aveva sottoscritto la norma – sottolinea il consigliere polesano – quindi non avevo dubbi che anche il consiglio avrebbe risposto in modo affermativo a questa proposta, volta a chiarire ogni dubbio dopo la sentenza del Tar che aveva cassato la delibera con la quale la Regione aveva negato l'autorizzazione di ricerca di idrocarburi spiegando che non vi erano espliciti divieti che impedissero una ricerca senza perforazioni come quella che la Northsun aveva in programma. Ricorso legittimo, come legittimo e doveroso era da parte nostra riformulare la legge del 1997 per ribadire senza fraintendimenti che il Delta non si tocca, proprio perché è un area protetta. Un territorio unico la cui valenza ambientale è stata ulteriormente confermata dal recente riconoscimento Mab dell'Unesco. Questo non può farci sottacere che dall’altra sponda del Po l’atteggiamento verso le estrazioni anche in area protetta è ben diverso. Credo che da oggi anche in Emilia Romagna si debba riconsiderare la propria posizione e che, eventualmente, la realizzazione di un parco interregionale possa portare ad un'estensione delle tutele su tutto il Delta, al di là dei suoi confini amministrativi”.

“Ora per il Delta veneto non ci sono più dubbi – conclude Azzalin – Nemmeno sul fatto che tutte le forze politiche della nostra regione abbiano una posizione unanime ed univoca sul no alle trivellazioni, come già emerso in occasione della proposta di legge statale sulla subsidenza e sulla richiesta di referendum. E' un segnale di grande maturità politica e credo che anche l'impegno per far sì che proprio l'esito del referendum sia di segno positivo, sarà ampio e trasversale. La battaglia contro la corsa agli idrocarburi presenti nel nostro sottosuolo non è certo conclusa. Ed anche per il Polesine, la terra che più di ogni altra fa i conti con le pesantissime conseguenze delle estrazioni metanifere che hanno accelerato i processi di sprofondamento del terreno, non è completamente al riparo. Ma l'ennesimo passo compiuto dal consiglio regionale, con la chiara volontà antitrivellazioni senso manifestata più volte dallo stesso presidente Zaia, è un segnale concreto più che rassicurante”.

mercoledì 14 ottobre 2015

Polesine, Azzalin: un progetto di legge regionale unanime per vietare ogni tipo di ricerca di idrocarburi nel Parco del Delta

E' stato approvato all'unanimità dalla Seconda commissione del consiglio regionale il progetto di legge che va a modificare l'articolo 30 della legge istitutiva del Parco del Delta del Po in modo da rendere impossibile la ricerca con ogni mezzo di idrocarburi nel territorio dei comuni ricompresi nell'area protetta. 

Il consigliere regionale Graziano Azzalin, primo firmatario della proposta di legge, esprime tutta la propria soddisfazione: “Sono molto contento che ancora una volta tutte le forze politiche del Veneto abbiano espresso in modo unanime la contrarietà alle trivellazioni. Credo che questo possa essere un esempio sul quale si possano inserire anche le azioni di contrasto alle mire speculative di cui è oggetto il territorio del Parco regionale dell'Emilia Romagna. Ricordo che presto si dovrebbe andare a votare proprio con il referendum nazionale per ribadire il no alle estrazioni”.

Per quanto riguarda il progetto di legge, che deve essere ora sottoposto al voto del consiglio, probabilmente già prima della fine del mese, “la ratio della norma era già chiara, vietando prospezioni, estrazioni e coltivazioni – spiega Azzalin riferendosi all'articolo 30 - ma la sentenza del Tar che ha accolto il ricorso della Northsun e abrogato la delibera con la quale la Regione non concedeva il permesso di ricerca, ha reso necessaria una precisazione e quindi, al posto del comma che recita 'è vietata la realizzazione di pozzi e impianti per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi nel sottosuolo', con questo emendamento si inserisce la dizione ' non sono rilasciati: permessi di ricerca di idrocarburi, autorizzazioni per l’estrazione di idrocarburi'. In questo modo sarà possibile evitare ogni tipo di fraintendimento semantico e ribadire una chiara volontà manifestata a più riprese da parte della Regione Veneto a cominciare dal presidente Zaia, che su questo ha una posizione di totale chiusura che ci vede incrollabilmente d'accordo”. Non a caso il progetto di legge, oltre alla firma di Azzalin e dei colleghi del Pd vede anche la sottoscrizione del capogruppo della Lega Nord in consiglio Nicola Finco

sabato 10 ottobre 2015

Adria, fusione ULSS e Azienda Zero: Impegno per l Bene Comune non ci sta e rilancia. Difesa della 19 o ritiro della delega del sociale e gestione diretta con Casa di Riposo pubblica.

Il sistema sanitario italiano si fonda sul principio di responsabilità pubblica per la tutela del diritto alla salute dei cittadini quale interesse costituzionale della comunità, e sui valori dell'uguaglianza e dell'equità di accesso alle prestazioni, sulla garanzia di informazione e partecipazione dei cittadini, sulla tutela della salute in modo uniforme sull’intero territorio nazionale.

E si fonda altresì sulla dualità di competenze di Regioni (sanità) e di Comuni (sociale), che il modello veneto ha esaltato con modalità di integrazione tra i servizi che hanno sicuramente portato uguaglianza di trattamento e qualità. 

Impegno per il Bene Comune, quindi, per conto della comunità adriese, chiede alle autorità preposte -  al Sindaco di Adria e Presidente della Conferenza dei Sindaci Massimo Barbujani in primis e a tutti i Sindaci membri della Conferenza – quale posizione intendano assumere e quali azioni intendano perseguire per la salvaguardia del diritto degli abitanti dell'Ulss 19 di poter accedere ai servizi sanitari e socio sanitari al pari dei cittadini di altre province del Veneto.

Entro il mese di ottobre i Sindaci (e non i cittadini) hanno la possibilità di produrre alla Regione Veneto le proprie competenti, motivate, documentate osservazioni che oppongano specifiche resistenze e pongano concrete soluzioni alla riforma sanitaria regionale ed hanno l'autorità di attuare azioni per riprendere in mano i servizi socio-assistenziali finora delegati alle Ulss.

Questa riforma sanitaria regionale prevede la riduzione dalle attuali 21 Ulss a 10 (7 provinciali e 3 ospedaliere), la soppressione della figura del Direttore dei Servizi Sociali, la privazione di funzioni e di ruolo delle conferenze dei sindaci con la conseguenza che tutto quello che riguarda sociale e sanità sarà calato dall'alto, da Venezia, l'istituzione di una Azienda sanitaria denominata "Zero" gerarchicamente superiore alle 10 previste che sarà gestita da un solo Direttore referente del Presidente della Regione e finanziata con i fondi per i Livelli essenziali di assistenza nei quali sono fatti confluire anche i fondi fondi per la non autosufficienza, non più divisi per imputazione al sociale.

Di fatto, l'“Azienda Zero” avrà compiti di programmazione e gestione accentrata di tutta la sanità regionale (attualmente di competenza della Giunta Regionale e dei Comuni) ed una sola persona (il Direttore) gestirà l'intera sanità pubblica veneta.

Non importa se l'ordinamento giuridico italiano individua tra le funzioni fondamentali dei comuni ai sensi dell’art. 117, comma 2, lett. p) della Costituzione la «progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai cittadini, secondo quanto previsto dall’articolo 118, quarto comma, della Costituzione» (lett. g). 

In Veneto non saranno più i Comuni e le Regioni gli Enti di riferimento dei cittadini ma un'Azienda!

La preoccupazione di Impegno per il Bene Comune è che, oltre al pericoloso sovvertimento dei poteri, le previste riduzioni non siano dirette a ottimizzare i servizi (quando mai i tagli si sono tradotti in situazioni migliorative per i cittadini?) ma anzi che si tolgano servizi al territorio e che si depotenzino gli attuali.

La richiesta di Impegno per il Bene Comune rivolta ai Sindaci dell'Ulss 19 è di lottare con determinatezza per tutelare i cittadini di tutto il territorio, affinché sia garantita permanenza del nostro sistema policentrico, che si valorizzino le eccellenze dei presidi ospedalieri, si rafforzi la rete dell'urgenza ed emergenza e si garantisca l'integrazione della rete ospedaliera con il territorio.
Per questo Impegno per il Bene Comune chiede che:
- i sindaci dell'Ulss 19 si costituiscano in coordinamento con tutti gli altri sindaci che sono in lotta per il mantenimento delle proprie Ulss affinché sia portata avanti con ogni mezzo la difesa dell'Ulss 19;
- sia mantenuta in ogni caso la sede dell'Ulss ad Adria e che non sia ridotta a distretto;
- siano mantenuti gli esecutivi delle conferenze dei sindaci;
- sia mantenuta la progettazione nei Piani di Zona così come contemplati ora;
- siano mantenuti i fondi e le competenze divise tra sanità e sociale
- mantenuta la figura del Direttore dei Servizi Sociali.

Ma se si volesse passare dall'ottica di risparmio a tutti i costi all’ottica di rilancio, inoltre, e rispondere ad una riforma regionale imposta e calata dall'alto, i nostri Comuni potrebbero farlo!

Hanno infatti la possibilità di ritirare la delega alla Regione, riprendendosi le quote economiche assegnatele, e subito dopo l'approvazione della legge sulla trasformazione delle IPAB, favorire il rinnovamento della Casa di Riposo di Adria in Azienda Pubblica di Servizi alla Persona (magari ragruppandola con piani di rilancio a quelle di Papozze e Cavarzere) incaricandola dell’assunzione in gestione diretta delle attività relative ai servizi socio-assistenziali ora affidate e pagate all'Ulss.
Nell'ambito delle funzioni costituzionali in capo ai Comuni, infatti, sono proprio i Servizi socio-sanitari. 

Così facendo, sotto il diretto controllo delle nostre amministrazioni locali, si darebbe davvero corpo alle intenzioni sul mantenimento ed ottimizzazione dei servizi socio-assistenziali ai cittadini; non solo, questi servizi potrebbero essere ampliati e migliorati, garantendo nel contempo anche una salvaguardia di posti di lavoro che non sarebbe più questuata alla Regione e senza nessuna rassicurazione di conservazione nel tempo.

La specificità del territorio polesano non è in discussione nella riforma regionale ma nulla offre questo riconoscimento in termini di miglioramento dei servizi nel futuro e nella possibilità di accesso da parte della popolazione tenendo in considerazione anche la conformazione dei territori e i flussi della popolazione nella mobilità sanitaria.

Elisa Corniani
Impegno per il Bene Comune

giovedì 8 ottobre 2015

Polesine, Sicurezza sul lavoro, il Pd alla Giunta “Eroghi i fondi che deve agli Spisal”

La Regione ottemperi ai propri obblighi in materia di sicurezza sul lavoro erogando alle Ulss le cifre previste per prevenzione e contrasto degli infortuni e dando avvio alla programmazione delle iniziative di formazione sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro 2014-2016”: questa la richiesta che il Pd rivolge al presidente Luca Zaia ed alla sua Giunta con un'interrogazione in forma scritta a prima firma Graziano Azzalin e sottoscritto dai consiglieri Moretti, Fracasso, Pigozzo, Ruzzante, Salemi, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Dalla Libera, Ferrari e Guarda.

“La sicurezza sui luoghi di lavoro – specifica proprio Azzalin – è un tema fondamentale che non può essere sacrificato. In questo caso ci troviamo davanti alle mancate erogazioni da parte della Regione nel confronti degli Spisal, visto e considerato che si tratta di cifre che sono già a disposizione. I proventi derivanti dall’accertamento di violazioni delle norme in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, infatti, vanno per legge ad integrare i finanziamenti dell’attività di prevenzione nei luoghi di lavoro svolta dalle Ulss ed è previsto che tale cifra sia attribuito annualmente a ciascuna Ulss in proporzione alle somme derivate dalle sanzioni erogate da parte dei rispettivi Spisal”.

Come spiega Azzalin, “stiamo parlando delle annualità 2013 ed al 2014, per le quali i proventi complessivi derivanti dall’attività sanzionatoria degli Spisal del Veneto ammontano rispettivamente a 3.469.791 euro e 3.366.050 euro. Si tratta, dunque di cifre consistenti che vanno a finanziare attività di prevenzione che devono necessariamente accompagnarsi all'attività di repressione”.

Nell'interrogazione si sottolinea come “dopo la contrazione delle morti bianche registrata nel 2013 con 39 incidenti mortali sul lavoro, nel 2014 questo dato è tornato a salire, attestandosi a quota 66, ben superiore anche ai 52 casi registrati nel 2012. I dati sul 2015 elaborati dall'Osservatorio Vega Engineering, aggiornati allo scorso luglio, mostrano come nei primi sette mesi dell'anno in Veneto si siano già verificati 42 infortuni mortali sul lavoro, collocandolo al quarto posto per numero totale di casi a livello regionale (la nostra Regione è stata teatro dell'8,9% delle morti bianche registrate in Italia nel periodo di riferimento)”.

Questo, dunque sembrerebbe suggerire la necessità di una maggiore attenzione al fenomeno. Non solo, ma come spiega ancora l'esponente del Pd, “nel 2013 la Giunta ha affidato all’Ulss 18 di Rovigo l'incarico di redigere un piano triennale delle attività di formazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per il quale sono stati stanziati 1,3 milioni di euro. Il piano è stato presentato dall'Ulss 18 ed approvato dalla V commissione consiliare il 24 luglio 2014. Lo scorso maggio la Giunta ha approvato il piano operativo e finanziario. Ad oggi, però tutto è ancora fermo”.

Ecco allora l'interrogazione presentata dal Pd con la quale si chiede al presidente ed alla Giunta “se intendano fare fronte ai propri obblighi in materia di sicurezza sul lavoro che rappresenta una vera e propria ferita aperta nel tessuto produttivo veneto e per quale motivo non abbia ancora erogato alle Ulss le cifre di competenza per le annualità 2013 e 2014 e non abbia ancora dato attuazione alla programmazione delle iniziative regionali di formazione sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro 2014-2016”.

lunedì 5 ottobre 2015

I: [LA REGIONE DEL VENETO PER IL CINEMA DI QUALITA'] ROVIGO - I film della 30.ma Settimana Internazionale della Critica della Mostra del Cinema di Venezia in proiezione venerdì 9 ottobre al Multisala Cinergia



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Da:"Studio Pierrepi Giuseppe Bettiol" <comunicati@giuseppebettiol.it>
Data:lun, 5 ott, 2015 alle 11:50
Oggetto:[LA REGIONE DEL VENETO PER IL CINEMA DI QUALITA'] ROVIGO - I film della 30.ma Settimana Internazionale della Critica della Mostra del Cinema di Venezia in proiezione venerdì 9 ottobre al Multisala Cinergia

 

LA REGIONE DEL VENETO PER IL CINEMA DI QUALITA’
LE GIORNATE DELLA MOSTRA

LA SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA
11 edizione 2015

28 settembre – 21 ottobre 2015

Cinema d’essai di Padova, Asiago (VI), Treviso, Rovigo, Verona, Vicenza e Belluno.

 

I film della 30.ma Settimana Internazionale della Critica della Mostra del Cinema di Venezia in proiezione al Multisala Cinergia di Rovigo

A pochi giorni dalla chiusura della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, prende il via l’undicesima edizione della rassegna “La Regione del Veneto per il Cinema di Qualità. Le Giornate della Mostra”, iniziativa nata dalla collaborazione che la Regione del Veneto ha avviato, a partire dal 2005, con il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, l’Associazione Generale Italiana Dello Spettacolo delle Tre Venezie la Federazione Italiana Cinema d’essai delle Tre Venezie e il contributo della Fondazione Antonveneta.

Da lunedì 28 settembre a mercoledì 21 ottobre, gli appassionati di cinema di Padova, Asiago (VI), Treviso, Rovigo, Verona, Vicenza e Belluno potranno recarsi, nelle date programmate nelle sale cinematografiche venete aderenti alla FICE delle Tre Venezie, per assistere alla proiezione, ad ingresso gratuito, di una selezione dei film presentati alla 30.ma Settimana Internazionale della Critica, la più originale tra le sezioni della Mostra del Cinema di Venezia.

«Il compito che si ripropone la Regione del Veneto, con la collaborazione di AGIS, Fice e del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – afferma l’Avvocato Cristiano Corazzari, Assessore alla Cultura della Regione del Veneto - è portare queste opere sul territorio, aprirlo a contributi innovativi e di qualità e, al contempo, rivitalizzare le sale cinematografiche con una rassegna qualificata e un’offerta culturale di alto livello, che offre l’opportunità di conoscere tendenze originali del panorama cinematografico internazionale».

«Gli scenari nel mondo del cinema stanno trasformandosi molto velocemente e proprio in questi cambiamenti troviamo altre nuove stimolanti proposte di qualità – ribadisce anche Filippo Nalon, Presidente Fice Tre Venezie- Tra tutte possiamo ipotizzare quelle legate alla creatività giovanile; giovani che grazie al digitale stanno ampliando i confini dell’opera filmica creando una vera e propria miscela di linguaggi e tecniche. Su questo, e tanto altro, noi della FICE, con la Regione del Veneto e il SNCCI intende offrire sempre più al pubblico fedele e appassionato, nuovi orizzonti qualitativi».

Su innovazione e sperimentazione insiste anche Francesco di Pace, Delegato generale SIC, sottolineando come il costante impegno del Sindacato dei critici cinematografici italiani, in occasione della trentesima edizione della Settimana della Critica, sia stato quello di «trovare in ambito internazionale registi in grado di operare un rinnovamento del cinema, di scoprire talenti disposti con coraggio ad anticipare tendenze e non a incamminarsi su strade rassicuranti».

ROVIGO

Due sono le opere provenienti dalla Settimana della Critica che verranno proiettate venerdì 9 ottobre al Multisala Cinergia di Rovigo. Alle 20.00 è in programma “The Return (Il ritorno)” (Singapore 2015, 80’), primo lungometraggio di Green Zeng, artista multi-disciplinare la cui opera spazia fra cinema, arti visive e teatro. Wen viene rilasciato dopo molti anni di prigionia come presunto comunista. Tornato a casa fatica a ritrovare un rapporto con i figli. Camminando per la città, Wen vede la sua patria trasformata in una metropoli scintillante: ormai ha l’animo in pace circa la sua detenzione senza processo ed è pronto ad andare avanti. Ma passato e presente si scontreranno e circostanze impreviste faranno prendere al suo viaggio una piega tragica. Segue, alle 21.30, “Ana Yurdu” (Turchia, Grecia 2015, 98’), lungometraggio d’esordio della regista Senem Tüzen. Nesrin è una donna di classe media che lascia la città, per riprendersi da un divorzio, e ritorna al villaggio di sua nonna in Anatolia per terminare il suo romanzo e realizzare il sogno di essere una scrittrice. Quando anche la madre arriva, non invitata, e rifiuta di andarsene, la scrittura di Nesrin si blocca e le sue dolci fantasie sulla vita in campagna diventano amare. Affrontandosi scopriranno gli angoli più bui dei rispettivi mondi interiori.

Tutti i film stranieri sono proiettati in lingua originale sottotitolati in Italiano.

Tutte le proiezioni sono ad ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti

Per informazioni

FICE Tre Venezie

Piazza Insurrezione n. 10 – Padova

Tel. 049 8750851 – 8753141

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